Garyu Dojo

Location: Palermo
Maestro/Istruttore: Guido Riggio (leggi l'intervista)
Stile: Ninjutsu
Informazioni: guido_rg@libero.it

Le lezioni si svolgono lunedi e mercoledi ( principianti ed avanzati ) ore 21 ed il giovedi ( solo avanzati ) ore 20:30, con possibilità di allenamenti all'aperto 2 domeniche al mese.

Garyu Ninjutsu Palermo Garyu Ninjutsu Palermo

Malgrado il termine Ninpo sia stato usato sin dalla Seconda Guerra Mondiale, oggigiorno la maggior parte della gente riconosce l’arte marziale dei guerrieri ninja con il termine Ninjutsu.
Per queste persone c’è soltanto una sottile differenza mentre in realtà c’è ben altro da chiarire. I nomi di molte arti marziali includono il termine o ideogramma “Do” che significa “Via” (ad es. Karate-do, Ju-do, Ken-do, Aiki-do, ecc.) mentre non si dice Nin-do. Al suo posto è usato il termine “Ho” (che si legge anche “Po” in alcune combinazioni) che si trova con una certa frequenza nei termini religiosi (Buppo=legge di Buddha). La parola Ninpo usa il termine “Ho” perché quest’arte ha profonde implicazioni religiose e riesce a combinare due aspetti : arti marziali (“Bumon”) e religione (“Shumon”). Per analogia si considera Bumon come la mano destra e Shumon come la sinistra, avendo queste qualità si perviene ad un corpo equilibrato. I termini “Jutsu” (abilità), Do ed Ho hanno diversi significati, meglio intuibili immaginando una montagna. In questo contesto il termine Jutsu vuole esprimere come si sale sulla montagna, una tecnica. Do vuol far capire il modo più adatto che porta alla sommità della montagna, una via in parte difficile ed in parte appagante. E’ raro infatti trovare chi sia riuscito a raggiungere questa meta e, d’altronde, una volta arrivati dove altro potrebbero andare? “Ho” invece è la nuvola che fluttua sopra la montagna ed i praticanti di Ninpo cavalcano su di essa. L’ideogramma cinese “Ho” è fatto di due radici, la prima “Sanzui” significa acqua e la seconda, “Saru”, vuol dire “andare avanti”. Unendo i termini, il significato letterale che ne deriva è “vai avanti nell’acqua”, ma ad un livello più avanzato fa venire in mente il circolo dell’acqua. Dall’alto, dalla nuvola, cade la pioggia sulla montagna e finisce in basso nella vallata diventando dapprima un ruscello e poi, unitosi con altri, un fiume fino a sfociare nel mare aperto. Da qui l’acqua risale verso il cielo e diventa di nuovo una nuvola. Questa è la legge eterna del ciclo dell’acqua che è insita nel significato di “Ho”.

Il guerriero ninja non sarà di certo appagato solo con la via (Do), ma, la sua natura ad ampliare in modo completo le tecniche marziali. Inoltre questa antica arte marziale, così come la pioggia del circolo dell’acqua, resta costantemente nuova ed in movimento. Per ninja si intende sottolineare un maestro della furtività e del travestimento, "shinobi" in giapponese. Durante il periodo Asuka ( 592-710) Shotoku Taishi, un grande personaggio dell'espansione buddhista in giappone, usò per primo questo termine. Traducendo la parola "shinobi" si indicava un uomo esperto nel campo dello spionaggio, "SHI" significa "persona che agisce", "NO" significa "esperto" e "BI" vuol dire informazione. <<Erano esperti di arti marziali e la preparazione fisica meticolosa occupava gran parte della loro giornata. All'occorrenza, un Ninja poteva fungere da sicario e compiere un omicidio mirato, ma mai una strage, come alcuni cruenti videogiochi o telefilm ci hanno abituato a vedere. Essi, poi, non erano soltanto delle spie. Oltre allo spionaggio vero e proprio, costoro erano esperti di sabotaggio, tortura, ed appunto, l'eliminazione fisica degli avversari (omicidio mirato), azioni tipiche dei commando.

Praticavano le arti marziali ai livelli più eccelsi. Erano, in breve, polivalenti. Non di rado, avevano compiti di polizia per il mantenimento dell'ordine pubblico, oppure, costituivano una specie di servizio segreto alle dipendenze dello shogun locale. Infine, spesso, erano pure investiti del compito di guardia del corpo dello shogun: una specie di guardia pretoriana nipponica. I Ninja operarono dal 1185 circa alla fine dello shogunato, nel 1868, quando ebbe termine il cosiddetto "Medioevo giapponese". In realtà essi non smisero di esser addestrati, ma il loro utilizzo divenne maggiormente "mirato" e la loro preparazione venne rigorosamente e meticolosamente organizzata a livello centrale da parte dello Stato: diminuirono di numero, ma la qualità delle loro prestazioni aumentò notevolmente.>>.  ( tratto da wikipedia ) L'ideogramma usato per esprimere "NIN" usato nella parola Ninja, Ninpo e Ninjutsu è composto da 2 radici o parti, la parte superiore detta Yaiba significa letteralmente "la parte tagliente di una lama". La radice inferiore si legge Kokoro
o Shin e vuol dire "cuore". Un praticante di Ninpo deve avere il tipo di cuore che tagli quando viene toccato e, così "come la lama di una spada deve essere sempre preservato dalle impurità". L'ideogramma usato nella parola Nin viene utilizzato anche per scrivere Nintai che vuol dire perseveranza, pazienza. Questo implica che il ninja ( Shinobi No Mono, altro modo d interpretare il kanji ninja ) deve essere paziente oltre ogni limite e perseverare fino al raggiungimento della propria missione anche se, agli occhi degli altri può apparire impossibile da realizzare. Questo modo di pensare, lo spirito
della perseveranza, è detto  "Ninja Seishin" e vuol insegnare che se qualcuno ci insulta occorre essere in grado di allontanare la rabbia, la vendetta, od il risentimento. La combinazione della pazienza e dell'umiltà porta al raggiungimento del "Ninniku Seishin". Un versetto ninja dice che se un praticante non possiede il cuore puro, il cielo non gli accorderà mai di godere giorni piacevoli ("Chihayafuru Kami no oshiewa tokoshieni tadashiki kokoro mio mamoruran"). La poesia "ninja seishin" viene recitata all'inizio ed alla fine della lezione al fine di collegare idealmeente il proprio cuore con quello del Dio ( Kami ). L'essenza del "Ninniku Seishin"è lo spirito del ninja che ha il potere di usare la pazienza insieme al corpo, alla mente ed al subconscio. E' questo il potere che occorre sviluppare attraverso un duro allenamento. MAI ANTEPORRE LA SPADA AL CUORE.