Kihon

Kihon: fondamentali

"Kihon" è la raccolta di quegli elementi che contraddistinguono in ogni momento una pratica corretta e favoriscono i progressi sia individuali che collettivi nella disciplina. In sintesi si ridurrebbe alla posizione: elemento psico-fisico indice di un modo di essere, che distingue l’uomo formato nel judo dal principiante.

L’insegnante giunge a insegnare la posizione "al corpo" del praticante in quanto è molto difficile apprenderla solo in modo teorico, con una serie di esercizi graduali.

Per introdurre kihon, è bene prendere visione di cosa sia un dojo.

"Dojo" è una parola giapponese che significa: Luogo per la Ricerca della Via; in sanscrito prende il nome di Bodhi Manda (luogo di Salvezza, o di Saggezza). L’atmosfera nel dojo dev’essere calma e serena e il silenzio dev’essere completo, salvo per i rumori della pratica.

L’accesso al dojo è riservato a chi vuol praticare quando egli ha già il costume per la pratica. I curiosi e chi vuole ritrovare gli amici, dovrebbe attendere nell’anticamera (qualora la struttura ne fosse provvista), badando a non disturbare la pratica. Chi è seriamente intento ad assistere dovrà farlo in rispettoso silenzio.

Nel dojo siate consapevoli e gioiosi, abbandonate ogni considerazione di fama o ricchezza, dimenticate i pregiudizi di razza e di sesso. L’ardore della pratica deve unirsi ad un’atmosfera di ricerca interiore. Siate sinceri!

Se si entra temporaneamente a far parte della comunità, accettatene le regole, rispettate la gerarchia dei gradi e seguite con buona volontà gli insegnamenti. Vi sono richieste tre qualità: una buona educazione, un grande amore per l’arte, fiducia nel maestro.

Queste regole non sono e non devono essere mortificazioni imposte a chi pratica, ma usanze che favoriscono il lavoro collettivo e il progresso individuale.

Bisogna essere puliti nel corpo e nel costume,disporre ordinatamente le calzature con la punta verso l’uscita, portare rispetto a ogni cosa, osservare gli orari e non mostrarsi a torso nudo.

Eseguite con cura i saluti tradizionali senza abusarne, coltivate il rispetto e la gratitudine per il maestro ed i compagni di pratica.

Parlate il meno possibile, non distraetevi e non distraete gli altri.

Se non vi sentite di eseguire queste regole, non entrate nel dojo: ogni insegnamento sarebbe inutile per voi e il vostro atteggiamento sarebbe di danno agli altri.

Quelli appena descritti sono "kihon" dettati dal fondatore stesso, tratti dal libro: "il libro del judo" di Cesare Barioli.

A cura di Salvatore D.